Cos’è la prescrizione cartella esattoriale e quando è valida
La prescrizione di una cartella esattoriale è letteralmente la “scadenza” di un debito che si ha nei confronti di Equitalia; ma per capire qual è il suo significato sarà bene indagare sulle sue caratteristiche e sugli ambiti in cui può essere considerata valida. Una cartella esattoriale “prescritta” è quindi una cartella di debito che non ha più valore e che non giustifica più un pignoramento, un fermo o un’ipoteca sui beni del debitore per la riscossione del credito: con la prescrizione cartella esattoriale questi provvedimenti infatti, diventano illegittimi.
Perché avviene la prescrizione cartella esattoriale
La prescrizione della cartella esattoriale è stata pensata per venire incontro al contribuente che ha un debito con Equitalia e che non può rimanere vincolato all’ente per sempre, ovvero in attesa di un’azione di forza per la riscossione del debito.
Ciò significa che, grazie all’istituto giuridico della prescrizione della cartella esattoriale, una volta avvenuta la notifica per la cartella di pagamento, Equitalia ha dei tempi prestabiliti per poter agire e riscuotere così il debito: oltrepassati quei termini di prescrizione, ogni provvedimento preso dal creditore sarà illegittimo e non più valido.
Quando si annulla la prescrizione cartella esattoriale
Nonostante sia uno strumento giuridico utile a molti debitori, è bene sapere che la prescrizione di una cartella esattoriale può anche essere interrotta. Equitalia, per esempio, ha la possibilità di inviare un atto in cui attesti la volontà di recuperare le somme dovute da parte del debitore: un fermo auto, un pignoramento o un sollecito di pagamento sono alcuni degli strumenti che il creditore può usare per annullare la prescrizione.
Questo documento prende il nome di atto interruttivo della prescrizione e una volta presentato la prescrizione verrà azzerata e ricalcolata sulla base della data dell’interruzione.
ESEMPIO: una cartella esattoriale per un debito INAIL (che si prescrive in 5 anni) con scadenza al 31 maggio 2017, che viene interrotta il 30 maggio 2017 per via di un’intimazione di pagamento da parte dell’ente creditore, scadrà nuovamente il 31 maggio 2022 eccetto che nell’arco dei cinque anni non si verifichino nuovi atti interruttivi della prescrizione.
I termini di prescrizione delle cartelle esattoriali
I termini di prescrizione di una cartella esattoriale sono quelli che determinano il limite entro il quale è possibile che Equitalia intervenga per riscuotere il debito e in genere vanno dai 3 ai 10 anni. Questi termini però, variano in base alla tipologia del debito contratto (ovvero in base all’”iscrizione a ruolo”). Per capire quando si verifica la prescrizione della cartella esattoriale, infatti, bisognerà controllarne la tipologia.
Ecco l’elenco delle cartelle esattoriali più comuni e i relativi termini di prescrizione:
- Cartella esattoriale sull’Iva: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sul Canone Rai: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sull’IRPEF: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sull’imposta catastale: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sull’imposta di registro: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sull’IRAP: i termini di prescrizione sono di 10 anni
- Cartella esattoriale sul pagamento dell’IMU: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Cartella esattoriale sul pagamento della TASI: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Cartella esattoriale sul pagamento della TARI: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Cartella esattoriale sui contributi INPS: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Cartella esattoriale sui contributi INAIL: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Contravvenzioni del codice stradale: i termini di prescrizione sono di 5 anni
- Cartella esattoriale sul bollo auto: i termini di prescrizione sono di 3 anni
Cosa fare quando la cartella esattoriale va in prescrizione?
Quando la cartella esattoriale va in prescrizione, è possibile segnalarlo ad Equitalia e chiederne la cancellazione sottoscrivendo l’istanza di autotutela: l’iter dovrebbe proseguire con lo sgravio della cartella ma molto spesso accade che la scadenza del debito venga ignorata.
La legge italiana non prevede un “ricorso preventivo” ed è per questo che per fare ricorso bisognerà attendere un’eventuale azione da parte di Equitalia per poterla impugnare.
Se hai dubbi o vuoi fare ricorso contro una cartella esattoriale senza i costi di un avvocato, contattaci e chiedi una consulenza gratuita per il tuo caso.