Una guida semplice su cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto
Essere proprietari di un immobile in affitto comporta problematiche che a volte è difficile risolvere, come nel caso dell’inquilino moroso: ecco perché in questo articolo abbiamo deciso di darvi qualche consiglio su cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto.
Il sistema giudiziario italiano, purtroppo, non riesce a tutelare in modo completo il proprietario di casa perché prima di poter risolvere questo tipo di morosità, è necessario affrontare una prassi lunga e difficile (oltre che dispendiosa per entrambe le parti in causa!).
I tempi lunghi, gli alti costi di accesso alla giustizia e le spese legali, i rinvii delle udienze e le proroghe degli sfratti infatti, sono spesso dei veri e propri deterrenti per chi ha un problema come questo e pensa di risolverlo ricorrendo all’aiuto di un avvocato e alla sentenza di un giudice.
Sapere cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto quindi, potrebbe essere utile a chiunque voglia risolvere una controversia a volte anche così spinosa e lunga.
Cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto: la prassi
La prassi giudiziaria in caso di morosità degli inquilini prevede principalmente due fasi:
- Messa in mora: è il primo passo che un proprietario di casa può eseguire senza l’ausilio di un avvocato. Si tratta di inviare una raccomandata con avviso di ricevimento (“andata e ritorno”) in cui si avvisa l’inquilino che, qualora il saldo non avvenga entro 15 giorni, verranno intraprese le vie legali.
- Sfratto: se la messa in mora non dovesse sortire alcun effetto, si potrà procedere con lo sfratto e quindi bisognerà necessariamente rivolgersi ad un legale. La procedura esecutiva dello sfratto, ovvero dello sgombero e il rilascio dell’immobile in tempi brevi, è delegata all’ufficiale giudiziario ed è molto complessa in quanto non si esaurisce con qualche sentenza. Nella maggior parte dei casi, infatti, si susseguono numerose proroghe di sfratto per tutelare particolari inquilini disagiati.
Dopo aver inoltrato la richiesta di sfratto, è possibile che a seguito della prima udienza si sviluppino questi scenari:
- L’inquilino chiede il “termine di grazia”: dopo la prima udienza l’inquilino ha la possibilità di pagare il canone d’affitto arretrato e tornare alla locazione dell’immobile, ma può anche decidere di chiedere “il termine di grazia” ovvero un termine (fino ad un massimo di 90 giorni) in cui si impegni a trovare i soldi per saldare il debito. Qualora l’inquilino non dovesse adempiere al pagamento anche in questa occasione, sarà il giudice stesso a pronunciare lo sfratto.
- L’inquilino presenta un “atto di opposizione”: l’inquilino decide di contestare le pretese del proprietario di casa con la redazione di un atto di opposizione presentato dall’avvocato al giudice stesso. A questo punto prende il via una vera e propria causa con i tempi e i costi previsti dalla procedura ordinaria.
- L’inquilino non si presenta alla prima udienza: qualora l’inquilino non si presenti all’udienza o non replichi alla denuncia del proprietario, il giudice procederà alla convalida dello sfratto e all’intimidazione dell’inquilino ad abbandonare entro 30 giorni l’immobile.
- L’inquilino si rifiuta di adempiere allo sfratto: l’inquilino può anche scegliere di rifiutare lo sfratto e non abbandonare l’immobile, innescando in questo caso la cosiddetta “fase esecutiva dello sfratto” in cui l’ufficiale giudiziario è tenuto a mandare via fisicamente l’inquilino dalla casa. A questo punto la prassi giudiziaria italiana vuole che:
- L’avvocato notifichi l’atto di precetto con intimazione al rilascio della casa non oltre i 10 giorni
- Nel caso in cui questo non avvenga, l’avvocato dovrà chidere la “monitora di sgombro” all’ufficiale giudiziario, ovvero l’atto ufficiale del Tribunale dove si comunica la data e l’orario in cui verrà effettuato lo sgombro del locale se necessario con l’intervento delle forze dell’ordine.
- Nel caso in cui questo non avvenga perché l’inquilino sarà riuscito a dimostrare di non poter essere presente durante lo sfratto, l’ufficiale giudiziario dovrà fissare una seconda data, nella quale però potrà avvalersi della forza pubblica per forzare l’ingresso in casa.
Cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto per non rischiare una denuncia
Le tempistiche di sfratto sono lunghe e potrebbero durare anche mesi, e per questo è bene munirsi di buon senso e pazienza fino ad ottenere il rilascio del proprio immobile. È importante infatti, che il proprietario di casa non scelga vie illegali per risolvere la morosità dei suoi inquilini perché potrebbe incorrere in seri problemi con la giustizia.
Cambiando la serratura, estinguendo i contratti per la fornitura dell’energia, dell’acqua e del gas, per esempio, si corre il rischio di essere denunciati per reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (stabilito dall’articolo 392 del Codice Penale), e subire così una querela da parte dell’inquilino.
Cosa fare se l’inquilino non paga l’affitto allora? Il consiglio più pertinente in tal senso, rimane quello di rivolgersi ad esperti del settore che possano garantirvi uno svolgimento, seppur lungo e lento, ma legale e corretto della risoluzione della controversia.
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